lunedì 30 luglio 2007

Saluti, Ingmar.

Oggi, 30 luglio 2007, Ingmar Bergman se ne va.
Non oso definirmi un suo conoscitore, ma quello che di lui ho visto è rimasto impresso nel mio immaginario. Visivo e non.
Gli dedico un piccolo omaggio perchè mi è proprio scappato dalle dita.

P.S. - Chi mi indovina qual'è il collegamento (visivo) tra Bergman e i Black Sabbath vince un ritratto.

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Credo che con questa illustrazione ho appena visto il passaggio dal mio amico aspirante ad un artista.
Posso finalmente iniziare a dire che ti conoscevo "da prima".

Zumbi ha detto...

eddai che mi fai commuovere, balordo..

ringraziamenti a parte, non credo che il termine "arista" sa corretto.. è pure una parola che mi sta abbastanza antipatica, se è per questo.

..racchiude troppo spesso gravi carenze di umiltà, pallonegonfiataggine e vuoti formalismi. Ma d'altronde è una parola che racchiude talmente tante sfumature che a parlarne qui intaserei blogspot. Quello a cui credo tu ti riferisca è il professionismo, o comunque una certa "maturità tecnica".. cose che comunque sento ancora beeeeen lontane.

Servirebbe un nuovo nome meno antipatico per definire questa sfumatura di senso del termine "artista".. tipo "piffodattilo", o "lognoforo". Direi di metterlo ai voti.

Io credo tu intendessi questo (e se non lo intendevi fai finta che sennò mi fai fà na figura di cacca), e quindi ti ringrazio ancora e ti carezzo varie volte.

Anonimo ha detto...

Effettivamente la parola "ARISTA" oltre a non esistere nel vocabolario è un po' scomoda.
Volevo dire più o meno quello sì, volevo dire che ormai hai una mentalità e di conseguenza un'esecuzione tecnica non più assimilabili nella figura di aspirante o studente.
Lo so benissimo che maturerai ancora molto e molto, e che non sarai mai soddisfatto, ma guardando quell'immagine ho avuto una sensazione, la sensazione di un passaggio di cui già avevo avuto sentore e che non è del tutto finito, e volevo segnarlo affinchè ci ricordassimo di questo momento e della tua transizione da "amicochefaidisegnibelli" a "lognoforo".
Da qui in poi te la giochi coi grandi bello mio.

Restituisco languide carezze

Bdrisshhh ha detto...

Ingmar Bergman, durante le pause sul set, era solito staccare a morsi la testa ai pipistrelli?
Spero di non aver detto una cavolata.

Paolo Martinello ha detto...

Bellissimo disegno Lorenzo, fa venire voglia di leggere tutta una storia con quel personaggio lì. Basta comprarsi i diritti del "Settimo Sigillo", che ci vuole? Quando la fai?

Zumbi ha detto...

@bdrisshhh: Fuocherello! Perchè in realtà si è scoperto che Ozzy non staccò mai la testa ad un pipistrello a morsi sul palco: ben peggio! Lo fece assistere ad una maratona di "settimo cielo". Nonostante gli avvertimenti di Ozzy alcuni biker satanisti presenti al concerto videro una puntata intera. Non tutti sono ancora qui per raccontarlo.

@Paolo: Guarda sta in programma subito dopo il giro in yot e il vestito che deve farmi su misura il mio sarto a domicilio (ghgh).

Johnny Cloaca ha detto...

Io un mio ritratto fatto da te già ce l'ho (ti ricordi quando lavoravi a P.za Navona?..) però rispondo solo per il gusto di sfoggiare la mia vistosa cultura (?). Il Settimo Sigillo, e non dico altro. Comunque visto che in quel ritratto ho tipo 15 anni si potrebbe anche fare. E' tipo Dorian Gray ma al contrario: io invecchio e metto su panza, lui mi guarda dall'alto dei suoi 15 anni immortali e ride...

Johnny Cloaca ha detto...

Ah, non avevo capito un cazzo. Vabbè, pazienza, vorrà dire che la mia intelligenza è finita nel ritratto. Maledetto!

loretta ha detto...

Il collegamento è tra un vecchio film in bianco e nero realizzato nel 1957 da Ingmar Bergman: "The Seventh Seal", (dove si racconta la storia di un uomo che, di ritorno dalla crociate, in piena notte incontra la Morte vicino a casa. Quest'ultima gli dice che già da un po' di tempo lo stava sorvegliando e l'uomo conferma la sua sensazione di esser stato seguito. Il protagonista, però, non vuole morire e la Morte gli propone allora di giocarsi la vita in una partita a scacchi. L'uomo vince, ma nel corso del film i due si incontreranno nuovamente e ogni volta il destino sarà deciso dagli scacchi.) e un celebre dipinto di Pieter Brueghel del 1552, "The Triumph Of Death", che i Black Sabbath avevano scelto come copertina di un loro greatest hits pubblicato nel 1977.

Zumbi ha detto...

Alla faccia del pippi!

Pippi chiunque tu sia ci sei andato/a incommensurabilmente vicino/a. Per un momento le mie mano stanche sono state corse da un tremito.. ma la risposta è sbagliata.

Non è quello il collegamento a cui facevo riferimento! Per di più non mi risulta esista un greatest hits dei Black Sabbath del '77.. mboh!

però mi fai sentire in colpa perchè il collegamento a cui mi riferisco io è mooolto meno colto e forse più soggettivo, e tu ti sei documentato/a.

Un premio di consolazione ci sta tutto.. posso ritrarti un alluce?

loretta ha detto...

L'alluce no, ma un occhio si...peccato:erano anni che sognavo di mettermi in posa per un ritratto!

Anonimo ha detto...

Avere Google a disposizione fa sembrare tutti dei gran fighi...

http://www.disintegration.it/intervista.asp?id=176